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Quando Simone ci ha lasciato, aveva diciotto anni e nove mesi.
Era innamorato della stessa ragazza dalle medie, ma non glielo aveva mai detto: lei, credo l’abbia scoperto il giorno in cui Simone se n’è andato per sempre, gliel’ho detto io. Simone era timido, riservato, anche chiuso; ma aveva tantissimi amici, era affidabile, quello che guidava la macchina perché non beveva più di una birra. Su Simone, mi hanno detto, si poteva contare sempre. Aveva vissuto in Indonesia con noi, era andato a Singapore, in Inghilterra, e due volte negli Usa e poi era stato con noi in India a 11 anni: ma il suo mondo era la sua splendida Roma, era orgoglioso di esserci nato e di questa città amava ogni cosa. Amava anche sciare, nuotare, tuffarsi dal punto più alto che poteva: un ragazzo coraggioso, ma mai un incosciente. Anche quando faceva a botte, e qualche volta è successo, è stato per difendere degli amici in difficoltà : non era un violento.
A scrivere queste cose viene sempre un po’ di timore di voler fare di lui un santino, ma la verità è questa: Simone era un bravissimo figlio, non ci ha mai dato problemi, e avrebbe avuto una vita solida ed equilibrata. Quello che avremmo desiderato per lui.
Simone era un ragazzo sano sotto ogni aspetto, detestava le droghe, amava la vita e gli amici, la famiglia ed il calcio… sua unica immensa passione… vedeva tutto come un bel gioco e questo gli costava spesso il disappunto di qualche professore più severo, era leale e giusto, tanto da preferire la rigidità scomoda di qualche insegnante, all’equivoca elasticità di altri… Era timido con le ragazze, espansivo con gli amici e riservato a casa, ma non tralasciava di abbracciarci e baciarci ancora, come faceva da bambino…
Era sicuramente se stesso, in ogni sua azione.
Per tutti quelli che hanno conosciuto Simone e che ci sono stati vicini nel dolore, offriamo una panoramica di ricordi. Continuare ad amarlo come allora è il nostro più grande desiderio.
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